DIARIO LAVORI

25 Settembre 2014


Backstage in cantiere con David Herzog









Backstage in cantiere con David Herzog, amministratore delegato Hoval 
 
Ci stiamo rapidamente avvicinando al traguardo della posa dell'ultima pietra. Sei mesi fa su questo terreno a Zanica non c'era ancora nulla, oggi manca pochissimo al trasloco degli uffici. Ne parliamo con David Herzog, amministratore delegato Hoval, che ammette di essere molto soddisfatto dei risultati e al tempo stesso affascinato, ogni volta che varca la soglia del cantiere. 
 
Vision e mission divengono realtà    
 
«Non è frequente poter partecipare in prima persona ad un progetto di questa importanza - spiega Herzog - E l'emozione è sicuramente forte... E'  impressionante constatare  la velocità e la precisione della squadra che lavora, è fantastico percepire l' entusiasmo di tutti nel cercare di mantenere gli obiettivi: stretto rispetto dei tempi e del brand».  
Hoval è una realtà consolidata anche nel nostro paese, dove è presente da cinquanta anni ed è ormai perfettamente radicata nel nostro territorio, dove ha trasferito e trasmesso la vision dell'azienda multinazionale.  «Una vision - continua Herzog - implica un desiderio, una tensione verso una mission, che nello specifico per noi si traduce nel concetto di responsabilità nei confronti dell'energia e dell'ambiente. In questo percorso, a un certo punto si è reso necessario fare un passo avanti, assumersi il rischio di un investimento. Tutti noi abbiamo dei sogni, per realizzarli occorre però crederci. Casa Hoval, che  all'inizio aveva ancora i contorni sfumati del sogno, si è ben presto realizzata. Certo, trattandosi di un investimento così importante, è stato pianificato nei minimi dettagli: dietro questo cantiere c'è in realtà un grande lavoro di progettazione tecnica, architettonica e di design. Abbiamo definito i criteri di questo progetto, li abbiamo comunicati alla nostra squadra di lavoro dando delle chiare indicazioni, nulla è stato lasciato all'improvvisazione, ma è frutto di un'attenta pianificazione».
«Come i sogni - continua Herzog - anche il brand è qualcosa che nasce dall'interno e deve compiere un processo di esteriorizzazione per tradursi in realtà. E di fatto una delle linee guida del  progetto di Casa Hoval era proprio il passaggio dall'interno all'esterno. E' quanto ci siamo proposti di fare nell'architettura, nell'efficienza energetica, ma anche nella formazione. Siamo riusciti ad enfatizzare  il nostro brand anche giocando sui particolari. Hoval è il nostro brand e tutto qui parla di noi.  Se confrontiamo i rendering del progetto e li confrontiamo con il risultato finale, possiamo concludere che la realtà supera le aspettative. 
 
Tutte le declinazioni del brand
 
Particolari importanti sono per esempio l'albero che svetterà all'interno, i colori che abbiamo utilizzato per alleggerire l'impatto della struttura, la luminosità degli ambienti che riflette la nostra essenza e i valori del nostro brand. E ancora il cubo rosso con la sala climatica: un dettaglio architettonico che racchiude tutta la nostra innovazione tecnologica: una soluzione che ci permette di fare formazione, un'attività che ritengo fondamentale per soddisfare le molteplici esigenze del settore edile e impiantistico. Sarà per noi una grande soddisfazione accogliere chiunque voglia sperimentare il nostro laboratorio dell'efficienza energetica».
 
Alpen Campus per una formazione continua    
 
All'interno del cubo rosso, con vista diretta sulle Alpi, il programma di formazione Hoval subirà un'ulteriore accelerazione. «Non si finisce mai di imparare - prosegue Herzog. In questo ambito ci siamo impegnati fin dagli anni 70. Allora si parlava molto di regolazione, oggi i temi sono molteplici, i megatrend del momento sono efficienza, risparmio energetico, utilizzo delle risorse. Il mercato è in continua trasformazione e il nostro compito è quello di affiancare i nostri interlocutori per aiutarli ad affrontare trasformazioni a volte epocali. Il mercato pone delle domande, Hoval è disponibile a offrire risposte e soluzioni. In questo mutato contesto del mercato, la nostra formazione affronta tematiche specifiche che vanno ben oltre la semplice impiantistica e toccano piuttosto la costruzione nel suo complesso. E' importante anche coinvolgere gli enti e gli albi professionali, che  invito caldamente  a organizzare con noi programmi formativi specifici. Sarà per noi un piacere modulare questi corsi a seconda delle necessità».
 
Il vecchio e il nuovo a confronto      
 
Che differenza intercorre tra Casa Hoval e un edificio tradizionale? Perché questo modello di azienda è davvero vincente? David Herzog non ha dubbi. «Un imprenditore che vuole investire nella costruzione di  una sede ha la necessità di avere  certezze. Non può perdere troppo tempo, è concentrato sul proprio core business, deve avere una garanzia di rispetto dei tempi di costruzione e del budget. Ecco perché è fondamentale poter disporre di una squadra affiatata che lavora con competenza e impegno.  E questo è stato il nostro primo approccio: affidarci ad un team di partner affidabili. Un altro fattore importante è  il processo di industrializzazione del cantiere: abbiamo iniziato con una progettazione dettagliata e minuziosa, con un timeplanning molto chiaro. Siamo riusciti anche a sfatare tutti i pregiudizi negativi e a ultimare in sei mesi una realizzazione così complessa, soprattutto sul piano dell'impiantistica, secondo i criteri della Passivhaus, con certificazioni Cened, CasaClima Work&Life e Protocollo Minergie, sviluppando anche un progetto di ricerca per  monitorare i risultati e confrontarli con gli obiettivi che ci si era prefissati. Nella costruzione di edifici industriali questo significa davvero una pietra miliare, una sorta di rivoluzione che apre a nuovi orizzonti di sviluppo».
 
Open day in cantiere
 
Qualche mese fa, nel bel mezzo dei lavori, Casa Hoval ha accolto, per qualche ora, un pubblico selezionato di progettisti e studi tecnici. E' stato presentato il progetto nei suoi dettagli tecnici e architettonici, si sono aperte le porte del cantiere per una visita guidata. «Abbiamo organizzato questo "cantiere aperto" - spiega Herzog - per illustrare in itinere il nostro percorso e permettere ai presenti di  toccare con mano cosa stavamo facendo. Spesso le persone devono vedere per rendersi conto di quello che si potrebbe fare, per avere un'immagine concreta anche dei traguardi dei loro personali percorsi. Quel giorno abbiamo potuto offrire un primo assaggio della direzione che avevamo intrapreso e dar loro una motivazione in più per proseguire nei loro sogni.      
Le risposte sono state finora molto positive. Molti apprezzano il fatto di constatare che le aziende investono, vogliono partecipare allo stesso entusiasmo, toccare con mano cosa significa realizzare edifici in classe A, vedere impianti complessi che permettano loro di essere indipendenti energeticamente. Hanno portato anche stimoli per i loro progetti, idee che possono rafforzare le loro convinzioni. Credo che questo oggi sia molto importante». 
 
Vi aspettiamo!
 
Casa Hoval, modello esemplare di azienda in classe A, diventa così anche una sorta di "piazza dell'efficienza energetica", di luogo elettivo preposto alla condivisione di queste esperienze. «Abbiamo la possibilità di trasferire questi concetti - conclude Herzog - a un pubblico diversificato. Lo facciamo tramite molti strumenti di comunicazione - il sito dedicato casahoval.it, newsletter, video - ma lo facciamo anche mettendoci totalmente a disposizione di chi desideri ricevere informazioni in loco. Potrete raggiungerci qui in Casa Hoval, ricevere una formazione completa e tornare a casa con un ricco bagaglio di esperienze, che vi consentiranno di progredire nelle vostre attività. Ecco perché rinnovo, per concludere, il mio invito:  venite a trovarci, a vedere la nostra struttura, ma soprattutto a conoscere la nostra squadra. Abbiamo un team di professionisti molto competenti, pronti a condividere l'entusiasmo per i vostri progetti. What else? 








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